Parleremo oggi di una delle più conosciute monete della storia del Regno d’Italia e mi riferisco alle monete da 10 Lire di Vittorio Emanuele III, meglio conosciute come 10 Lire “Biga”.
Queste sono monete in argento a titolatura 835 dal diametro di 27 mm e dal peso lordo di 10 grammi, la cui coniazione è stata autorizzata alla Zecca d’Italia con Regio Decreto numero 1651 del 30 Settembre 1926 e che hanno trovato corso legale a partire dal 1926, primo anno di emissione.
Queste monete sono state coniate in circa 63 milioni e 700 mila esemplari. L’ampia circolazione e la conseguente continua manipolazione delle monete ha fatto si che il valore di queste sia apprezzabile solamente se presenti in altissima conservazione, in condizioni fior di conio e mai circolate.
Entrando nel dettaglio di questa moneta possiamo notare che al dritto, presenta la testa nuda del Re Vittorio Emanuele III orientata verso sinistra ed attorniata dalla scritta “Vitt – Em – III – Re d’Italia” che sta a significare “Vittorio Emanuele III Re d’Italia”.
Al rovescio invece troviamo in posizione centrale la raffigurazione femminile dell’Italia che conduce una “biga briosa” orientata verso sx e regge nella mano sinistra un fascio littorio. Alla base delle zampe dei cavalli sono riportati i nomi dell’icisore Attilio Silvio Motti e del modellista Giuseppe Romagnoli, mentre in esergo sono riportate da sx verso destra: l’anno di coniazione della moneta in numeri arabi, il valore nominale della moneta: Lire 10 e la lettera “R” identificativa della Zecca di Roma.
Se osserviamo infine il contorno della moneta possiamo notare un contorno con la scritta in incuso “Fert” alternata tra rosette e nodi sabaudi. Una particolarità che si può rilevare sul bordo di alcune di queste monete è la presenza di 2 rosette consecutive, segno distintivo di tondelli preparati dalla S.m.i – la società metallurgica italiana di Brescia – ditta incaricata di alleggerire il grosso lavoro già svolto dalla Zecca Reale.
Valore e quotazione di questa moneta: come per tutte le monete varia in base all’anno, alla rarità e allo stato di conservazione. Queste sono monete con valore numismatico, quindi per una sua valutazione si può far riferimento ai più conosciuti cataloghi di numismatica italiana.