Parleremo oggi di una delle più conosciute monete della storia del Regno d’Italia e mi riferisco alle monete da 5 Centesimi “Spiga” coniate dal 1918 al 1937.
Queste sono monete in ferro e nichelio (per quelle del primo tipo che hanno un diametro di 17 mm e un peso di 2 grammi) ed in rame (per quelle del secondo tipo che hanno un diametro di 19,5 mm ed un peso di 3,25 grammi) la cui coniazione è stata autorizzata alla Zecca d’Italia con Decreto Luogotenenziale numero 2067 del 31 Dicembre 1918 (per quelle del primo tipo) e Regio Decreto numero 1219 del 13 Luglio 1919 (per quelle del secondo tipo) e che hanno trovato corso legale a partire proprio dal 1918, primo anno di emissione.
Il metallo di cui sono composte le monete del 1° tipo è ferro al 750% e nichelio al 250%, mentre il metallo di cui sono composte le monete del 2° tipo è rame al 950%.
Le monete del 1° tipo sono emissioni ufficiali mai entrate in circolazione, coniate per sopperire alle coniazioni in rame e nichelio, materiali molto richiesti in tempo di guerra per usi industriali e agricoli. Discorso diverso per le monete del 2° tipo, coniate in circa 46 milioni di esemplari dal 1919 al 1937. L’ampia circolazione e la conseguente continua manipolazione delle monete ha fatto si che il valore di queste sia apprezzabile solamente se presenti in altissima conservazione, in condizioni fior di conio e mai circolate.
Entrando nel dettaglio di questa moneta possiamo notare che al dritto presenta una testa nuda di Re Vittorio Emanuele III rivolta verso sinistra, attorniata dalla scritta “Vittorio – Emanuele – III – Re d’Italia”. Alla base del collo del re è riportato il nome del modellista e incisore: Attilio Silvio Motti.
Al rovescio invece troviamo al centro una spiga di grano verticale alla cui base compare la lettera “R” che specifica la Zecca di Roma come zecca di coniazione, sulla sinistra della spiga è riportata la lettera “C” di centesimi, mentre a destra della spiga è riportato il valore “5” al di sotto del quale è riportato l’anno di coniazione della moneta.
Se osserviamo infine il contorno della moneta possiamo notare un tipico contorno liscio.